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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

L’ignoto

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[Immagine: Pinterest] Grazie per avermi abbandonato Per aver liberato un ammaestrato dolore Dalle nebbie della memoria, Che non voleva udire e non voleva vedere mutare la storia Di una vita slavata, dai bordi incolore Ora estraggo il coltello dalla piaga e Recido la benda che la visione occlude Mondo l’inesistente peccato del cambiare direzione Diretta verso l’ignoto, oltre il fango della palude Del non detto, del non fatto e della perfezione Ho il coraggio di guardare l’amato volto, una lacrima balugina negli occhi Circumnavigando l’emozione rappresa nel sangue della colpa Il grumo indurito del cuore si scioglie nel docile grembo Finanche ci abbandoniamo, facendo di braccia il giaciglio Di sogni, il cuscino Di corpi, il destino

Elisabetta De Giuli e le streghe di Baceno

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[Foto mia: scorcio di montagna] La storia di Elisabetta De Giuli e delle streghe di Baceno non è particolarmente conosciuta né documentata per ciò che realmente è stata, la storia di una strage. I fatti si svolgono fra il 1609 e il 1611 in Piemonte, a Baceno, che al tempo faceva parte della provincia di Novara, oggi invece questo paesino montano situato nella Valle d’Ossola fa parte della provincia di Verbano-Cusio-Ossola. Tutto ha inizio qualche decennio prima con l’avvento della Controriforma stabilita a Trento nel concilio del 1563, che aveva segnato l’inizio di un’epoca fatta di sospetto e dispetto reciproco, diffidenza ed indifferenza che culminarono nella più completa mancanza di umanità, nel buio di una qualsiasi ragione, nel puro terrore. In questo clima si svolse la fantomatica “caccia alle streghe” di Baceno che già nei 25 anni precedenti aveva portato a qualche arresto, a danno della mite popolazione ossolana. Sul portone della chiesa di S. Gaudenzio, nel 1609, viene affisso

Paper Moon

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Si svuota la Luna, scrolla le spalle Scopre di avere le dita, le palpebre, le mani Formula bozze di pensieri creando la memoria di domani Scruta le ombre gettate dal suo giallo tondeggiare Torreggia nelle tenebre del giorno anche se forse non lo vuole fare Vorrebbe, invece, riposare nella Terra Non pensare più a niente Ma il Sole, prepotente, la illumina e la riporta cosciente…   [Immagine: Pinterest]

Conversazioni con i Tarocchi: Gennaio 2022

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Questa stesa di carte non si pone come predizione bensì come dialogo con gli Spiriti, i Signori dei Tarocchi. Quella con le carte è una conversazione silenziosa che si compone danzando dentro e fuori le immagini dalle quali scaturiscono impulsi, intuizioni, collegamenti fra pensieri o ricordi.   Gennaio è il cuore dell’Inverno, un cuore sopito e incavato nelle profondità dell’anima che per sopravvivere al gelo si chiude, si avvoltola e medita; gennaio, sotto il vigile occhio di Saturno, ci insegna a lasciare andare un pezzo di giovinezza, uno scampolo di tempo terreno. E insegna che se qualcosa finisce è per dare inizio a qualcos’altro.  Nel complesso la stesa appare slegata e, con l’incipit del Matto, viene illustrata una situazione percepita come instabile e incerta. Si entra, in questo nuovo mese del nuovo anno, affaticati e zavorrati (10 di Bastoni) di un peso morto (10 di Spade). Con la fine del 2021 si è chiuso un ciclo esistenziale: dove siamo stati dolorosamente toccati? Dove,