L’ignoto
[Immagine: Pinterest] Grazie per avermi abbandonato Per aver liberato un ammaestrato dolore Dalle nebbie della memoria, Che non voleva udire e non voleva vedere mutare la storia Di una vita slavata, dai bordi incolore Ora estraggo il coltello dalla piaga e Recido la benda che la visione occlude Mondo l’inesistente peccato del cambiare direzione Diretta verso l’ignoto, oltre il fango della palude Del non detto, del non fatto e della perfezione Ho il coraggio di guardare l’amato volto, una lacrima balugina negli occhi Circumnavigando l’emozione rappresa nel sangue della colpa Il grumo indurito del cuore si scioglie nel docile grembo Finanche ci abbandoniamo, facendo di braccia il giaciglio Di sogni, il cuscino Di corpi, il destino