Conversazioni con i Tarocchi: Gennaio 2022


Questa stesa di carte non si pone come predizione bensì come dialogo con gli Spiriti, i Signori dei Tarocchi. Quella con le carte è una conversazione silenziosa che si compone danzando dentro e fuori le immagini dalle quali scaturiscono impulsi, intuizioni, collegamenti fra pensieri o ricordi. 

Gennaio è il cuore dell’Inverno, un cuore sopito e incavato nelle profondità dell’anima che per sopravvivere al gelo si chiude, si avvoltola e medita; gennaio, sotto il vigile occhio di Saturno, ci insegna a lasciare andare un pezzo di giovinezza, uno scampolo di tempo terreno. E insegna che se qualcosa finisce è per dare inizio a qualcos’altro. 


Nel complesso la stesa appare slegata e, con l’incipit del Matto, viene illustrata una situazione percepita come instabile e incerta. Si entra, in questo nuovo mese del nuovo anno, affaticati e zavorrati (10 di Bastoni) di un peso morto (10 di Spade). Con la fine del 2021 si è chiuso un ciclo esistenziale: dove siamo stati dolorosamente toccati? Dove, al contrario e per pochi, felicemente travolti?

Quello che si è concluso è caratterizzato da una “fine permanente” ed è destinato, in altri (e alti) processi trasformativi a putrefarsi, preferibilmente altrove, perché allo stato presente risulta essere non più di un peso morto. Il focus, tuttavia, non è sul cosa è giunto a termine, ma sul come ci si rapporta ad una fine.

Non è più tempo di fare il capro espiatorio, di prendersi inutili carichi e di sprecare le proprie preziose, intime risorse.  Faticare non sempre è sinonimo di virtù e buona volontà, ma può essere invece indice di ostinazione. Non c’è alcuna ricompensa nel vivere la vita degli altri, e dunque, molliamo il carico così il fiume dell’esistenza lo possa portare via, nel cosmico mare dell’irrisolto. 

Aggiungo un mantra che sorge spontaneo: ognuno si tenga la sua melma! 


La Giustizia (Arcano Maggiore XI), guardiana armata di spada e depositaria di compensazione e risanamento, concorre all’attuazione dell’intero processo di sgravio. A sua volta pare essersi originata dal caos primordiale del Matto (Arcano Maggiore 0) ed è proprio dal rimestarsi e rigirarsi delle forze cosmiche e dalle loro infinite possibilità che è iniziato uno degli immaginabili cammini che ristabiliscono, o instaurano, un ordine nuovo.

A fare da corollario al tutto, o peggio, a deviare e distogliere l’attenzione è la continua, disturbante ingerenza della massiccia mole di comunicazioni: anche se non richieste, le notizie piovono da ogni dove in modo perentorio, tagliente e diretto (Cavaliere di Spade). Cerchiamo di “metterci in protezione” dalla foga fagocitante dei mezzi di informazione, soprattutto quando disinformano, ricattano, terrorizzano mirando a forgiare (ignare) coscienze. 


Tuttavia un aiuto (Asso di Bastoni) provvidenziale c’è e può farsi tangibile e concreto scaturendo direttamente dalla pienezza della materia compiuta del Nove di Denari. Il Nove apre alla visione, che si fa lungimiranza e capacità di valutazione e che nutre la nuova scintilla di vita. Come lo fa? Con matura predisposizione ad accogliere e a dare e con la capacità di creare ex-novo. Unendosi all’Asso rivela che la salvezza non è non là fuori chissà dove ma è insita in ognuno di noi, nell’oro del nostro essere, nella nostra preziosità che è immanenza divina. La vera sfida consiste nel farlo in un modo a cui non si era mai pensato, con eclettismo e trasversalità di pensiero, così come sottende il Matto. 

Nell’oro interiore c’è tanta solitudine, negazione, tentativo di offuscamento dall’esterno insieme al rischio di auto-inciampare lungo il cammino, per timore di non essere “all’altezza di”.


Messaggio chiave: scopri, riscopri e metti a frutto i tuoi talenti; è racchiuso nell’espressione di te il segreto del flusso di abbondanza in cui ogni vita, in colorata leggerezza, dovrebbe e potrebbe essere immersa.

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