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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Calendimaggio

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Il 1º Maggio (e vigilia) il Sole splende nel segno del Toro ed è la festa di Beltane (chiamata anche Calendimaggio). In Natura la fase è quella dello sviluppo dei fiori e degli accoppiamenti: avviene l’unione del principio maschile con quello femminile ai fini della moltiplicazione delle specie e della trasmissione della Vita. È tempo di celebrare l’Amore e tutta la Natura partecipa, cospira ed opera in tal senso.. Possa l’Aria ascoltare parole d’Amore e, come una musica celeste trasportata dai venti, siano esse udite in infiniti spazi e tempi Possa l’Acqua accogliere il sentimento d’Amore in fiducia e arrendevolezza come sentimento di “Vita”, affinché si riapra il regno dell’emozione sopita Possa il Fuoco accendere la passione d’Amore che si fa così faro di luce, volontà e calore che tutto può e tutto vuole Possa il mio corpo farsi Terra d’Amore ritrovato secondo la sua sapienza fatta di istinto sanguigno, animale e innato. [Immagine: dal web, Notte di Primavera di A. Much

Giudizio e Verità

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In foto il mio mazzo Visconti (1450), caratterizzato da uno splendido sfondo dorato presente in ogni carta e dalle dimensioni rettangolari strette e allungate. In primissimo piano nella stesa fa la sua uscita il Giudizio, XX Arcano Maggiore. In esso il Dio Cristiano appare come sovrastante figura nel cielo munito di spada nella mano destra fra due angeli che suonano le trombe, nel mentre da un sarcofago scoperchiato si ridestano i morti: sono uomo, donna, bambino in un evidente simbolismo trinitario. Maggiormente diffusa, come nel mazzo di Marsiglia o nel Rider Waite, la figura che spunta fra le nuvole di un solo angelo assimilabile all’Arcangelo Michele: santo portatore di protezione, coraggio, innovazione e cambiamento. A lui è affidata, dall’alto, la conoscenza dello scopo di vita di ciascun essere umano. Il Giudizio sarà un Arcano, dunque, di risveglio per eccellenza che è quello della coscienza. La chiamata dal torpore coscienziale fa nascere a nuova vita, in un vero e propr

Il Raccolto come Simbolo

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Riempi il tuo cranio di vino, prima che si riempia di terra. (N.Hikmet) Celebrare, ringraziando e innalzando le coppe, è atto SACRO. Tale gesto antico e tramandato, onora la VITA in quanto tale, la VITTORIA intesa come conseguimento ed ottenimento che soddisfano, che gettano le basi per una serenità di fondo, per un “va tutto bene”. Purché ciò che si è raccolto e che si va festeggiando sia riposto al sicuro, sorvegliato e protetto. Allora si potrà danzare sul traguardo, significante di un superamento delle fatiche, si ballerà su ciò che è stato e su ciò che sarà di nuovo nell’eterna promessa dell’avvenire. [Immagini: Autunno di A. Mucha in basso, in alto Tre di Coppe Tarocchi Rider Waite]

Asperità Intima Sostanza

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La Donna di Pietra immobile danza nell’asperità della sua intima sostanza Franoso, roccioso, scoscesa parete il cuore che non ode Più non annusa e di invettive aguzze sono vestite le sue parole Più non ama, prosciugato è il greto del suo fiume involto nel proprio grigiume Sorda è la Terra che la generò, arido il Cielo che la ripudiò La Donna di Pietra immobile continua a danzare per frantumare il guscio, per bellezza, canto e poesia liberare per volare dentro un fiume caldo di liquore e balsamo odoroso Finalmente senza fatica e senza bisogno di riposo.. [Immagine: da Facebook]

La Regina come Archetipo

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Sentiti Regina! del cielo e del firmamento Cuore impavido e centrato intento Regina della polvere e dello spazio Nutriti d’amore, che di Sé sia solo sazio Sentiti Regina! degli alberi e delle foglie Partorisci te stessa da rinnovate doglie Regina del mondo e della natura Fiorisci in bellezza e in saggezza imperitura Sentiti Regina! delle ore e delle stagioni Notturna e diurna, colma di doni Regina infante muliebre o avvizzita Ricorda che sei divina fonte di vita infinita.. [Immagine: Regina di Denari, Arcani Minori. Morgan Greer Tarot]

La Strega

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Sia acceso un fuoco, sia fatto silenzio Scenda la notte sulle diafane ossa Soffi piano il vento virando in nebbia di pianura Non ho timore, non ho paura Il ceppo arda, mordano le fiamme L’altare sia preparato e mondato con il fumo Spire e volute s’alzino stemperando grigiore Non ho paura, non ho timore Indosso una veste di tenebra fioca Incanto con voce suadente e con rime Danzando muovo l’estasi nel corpo, sicura. Perché.. Io non ho timore, io non ho paura [Immagine: da Pinterest]

Rosa Quarzo

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Disarmata, mi appendo alla terra Lascio che le mie mani cullino le tue Tu, che mi mostri il rosa quarzo del tuo cuore e che permetti al dolore di rigare le tue lacrime Il fuoco continuerà ad ardere per noi e benedetta sarà la nostra unione [Immagine: da Pinterest]

Miele

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Ho lavato i capelli con il miele E tolto la polvere dal cappotto Per indossare, con calma, l’attesa e la gioia Ho scorto i puri tuoi occhi nella sbiadita moltitudine di volti nella nebbia Occhi accesi di fuoco, di vento e di meraviglia Ho rapito il tuo abbraccio possente Che è forza che sgretola muri Di pietra, di divieti e di dinieghi E nell’infinito mi sono persa e riemersa.. Ho accolto me nel tuo grembo. Per perdermi di nuovo [Immagine: dal web]

Indomita e Ribelle

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Sempre sarò viandante senza riposo Vento che scuote la steppa Locomotiva che sbuffa a ritroso Sempre sarò indomita e ribelle Libero vagar di stelle Pioggia e sorriso Inferno, paradiso.. Sempre sarò dono da ritornare Fuoco che spegne il mare Terra che bacia il cielo o Forza da dissetare Oggi sono donna in ascolto battito di sacra vita Abisso e magia, Vetta, poesia [Immagine: dal web, la protagonista del film Disney “The Brave”]

Luna in Leone

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Dal plesso del Sole irraggio Oro Pura essenza del cuore, assoluto capolavoro Da argentea e notturna sfumo nella luce del mattino Bacio le stelle e il cammino dell’alba rivela chi SONO senza timore alcuno Brillo e mi mostro, creante e creata Così sono fatta, così sono nata.. [Immagine: Pinterest]

Ipazia di Alessandria

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IPAZIA di Alessandria, III/IV sec. d.C. [Immagine: l’attrice Rachel Weisz nei panni di Ipazia, splendida protagonista del film Agorà] SPIRITO di PLATONE e CORPO di AFRODITE (L. de Lisle) Ipazia, donna-vergine nutrita nello spirito dal sacro fuoco della Conoscenza e sposata alla Verità, fu filosofa e scienziata. Figlia e allieva di Teone, geometra e matematico, arrivò a prendere il suo posto a capo della scuola neo-platonica di Alessandria. Il Pensiero e la Parola (Logos) in lei diventarono doti attive oltre che straordinarie, portando la filosofia di Aristotele e Platone, e tutto il suo amore per il sapere, nelle piazze pubbliche della città, ricevendo ossequi e ammirazione. Di culto pagano, il Dio Mercurio elargì generosamente in questa donna l’arte dell’oratoria accompagnata ad una fluente dialettica. Ma la Storia, e gli eventi che la compongono, impietosamente segue il proprio corso: il paganesimo è destinato a soccombere, tacitato dall’onda distruttiva e omicida del crist

Lo sgretolamento della Torre

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“Le ceneri hanno arso tutte le maschere che mi piaceva indossare”. In questa citazione si coglie, almeno in minima parte, l’essenza di questo potente arcano: la Torre, la quale non può reggersi poiché o è priva di fondamenta, oppure ciò che si era edificato in precedenza non ha più utilità alcuna nell’oggi. Si potrebbe anche dire che ai fini della costruzione del nuovo  andrebbe letteralmente raso al suolo il precedente, che diventa vecchio e perciò superabile. Tale processo di sgretolamento porta con se’ il seme di un’autentica LIBERAZIONE, dirompente dall’interno, non facile da vivere e causante tensioni emozionali. L’origine di tale shock è perlopiù esterna, imprevedibile, velocissima e di origine divina (il fulmine “punitivo”). Ciò che contiene la Torre e che erutta all’esterno durante la distruzione andrà a fecondare nuovamente il terreno, in un rutilante rinnovamento: in questa allegoria il richiamo al fallo e all’energia maschile è evidente. La Torre ha un prezioso compit

L’Io e la Forza

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Io sono stata/o. Io sono. Io sarò. Perché questo IO e’ indissolubile da ME, abita la mia carne, cammina la mia vita. L’io unito a me diventa MIO, traccia un confine, delinea un’individualità. Un io distinto dalla moltitudine di tutti gli altri io. Io può essere, di volta in volta, un compagno fedele o un nemico agguerrito. Puo’ essere amore imperituro che degenera in nevrosi per poi arrivare ad una ripristinata riconciliazione. Puo’ essere dilaniante conflitto interiore e totalizzante vanità. Può essere altresì manifestazione di me nel mondo, habitat di talenti, dono per il prossimo, squisita completezza (la fanciulla nell’immagine). Nel corso dell’esistenza si sperimentano le sue variegate declinazioni che sfumano una nell’altra, susseguendosi all’infinito (cappello simbolico) in un gioco di “FORZA”, tra squilibri e ricalibrature continui. Ecco che allora l’io non va domato, non è bestia feroce da addomesticare o bieca istintualità (leone) da condurre amorevolmente. È pregna

Ildegarda di Bingen

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Ildegarda di Bingen (1098-1179) Santa per la Chiesa cattolica, monaca benedettina, è prevalentemente conosciuta come scrittrice e poeta, drammaturga e filosofa nonché naturalista  e cosmologa, come testimoniato dalle sue variegate opere, e infine musicista in comunione con il divino (sua è la Sinfonia di Santa Maria).  Fu interessata da visioni ed esperienze mistiche che in seguito vennero bollate come disturbi di tipo neurologico dalla scienza medica. Non visionaria, ma vera donna di potere!, dato che attraverso tali visioni e in modo del tutto ignoto, ella ebbe la facoltà di acquisire conoscenze ermetiche e antichi saperi. Si servì ampiamente del simbolismo per riportare ciò che le appariva e che sperimentava durante le “visioni”.Coraggiosamente si pronunciò sull’amore carnale tra uomo e donna, distaccandosi dall’imperante ascetismo del tempo: “l’amore dell’uomo è un ardore simile a un incendio che divampa nel bosco, quello della donna assomiglia al caldo tepore che viene dal so

Runa Wunjo e Shi-n Emi nat

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Wunjo è una delle Rune del Futhark germanico, il cui originario-primario significato si ricerca nella parola gioia. Wunjo è assimilabile al Bambino Interiore o Divino, è Essenza o Spirito, l’elemento risultante dall’unione del maschile e del femminile. Il Bambino Interiore è sostanzialmente un archetipo, connotato di innocenza e spontaneità, bontà e purezza, entusiasmo e desiderio. Accedere a questo archetipo può costituire una fonte di grande ricchezza: il Bambino Divino crede nei miracoli, nell’impossibile, nella magia, nella POSSIBILITÀ di rinnovamento. Può essere guida, ispirazione vivificante. Va però guidato a propria volta, amorevolmente, e qualora fosse stato ferito (a sua volta si “aggancia” ad un altro archetipo, quello della vittima o del capro espiatorio..),  occorre sia rassicurato e ascoltato. GUARITO. Se risvegliato alla coscienza, permette di attuare il Perdono. In una lettura composita ben si avvicina all’Arcano 37 del mazzo di carte Nat, le quali solitamente v

Profumo d’Oriente

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Al crocevia dell’esistenza ci siamo ritrovati Anime smarrite e senza direzione Sabbia arida e sguarnita di clessidra Schiumanti di vita, di dolore e passione Occhi tuoi verdi come i ghiacci perenni Profumo d’Oriente, d’estati e d’inverni Gocce d’ambra stillanti dai cuori Burrasche di parole, vortici e colori Varchiamo la soglia di un’intima dimensione Grovigli di spine lasciamo indietro Apriamo gli occhi ad una Luna dorata Che versa ferite nella guarigione. [Immagine: rituale di offerta del latte alla terra, Mongolia]

Arjuna

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[Immagine: Arjuna and the River Nymph, 1913] “Non per Veda, per i sacrifici e gli studi, non per le elemosine, non per i riti, non per le dure penitenze, posso io esser visto in tale forma qui nel mondo degli uomini (...) ma per la devozione diretta a me solo, o Arjuna: per essa io posso essere così conosciuto, veduto secondo realtà e penetrato, o Arjuna. Colui le cui azioni sono fatte per me, il cui supremo bene son io, colui che è a me devoto, privo di attaccamento, privo di odio verso i vari esseri, costui entra in me, Arjuna”. (Bhagavadgītā XI) La Bhagavadgītā (canto del beato) è il testo indiano più diffuso e può essere considerato il Vangelo dell’India per una sorta di parallelismo esistente. Tutta la Bhagavadgītā è incastonata dentro un poema epico, il Mahābhārata, composto da diciotto libri, un’opera corposa che si annovera fra i più grandi poemi dell’umanità. Nel libro avviene il dialogo fra Arjuna, guerriero, e il dio Krishna suo compagno e alleato; n

Luna in Toro

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Luna rinasci nel segno del Toro  Ricopriti dell’Oro e della polvere della Terra Luna gioiosa e gaudente Risiedi nei sensi, non nella mente Luna nutrita e abbondante Fissi la Primavera, rendendola costante Luna di rinascita sorgi mattiniera! Luna di rivolta accendi di sangue i cuori! La Venere di Maggio è sposa foriera Di mistiche nozze, di fiori e colori [Immagine: Primavera del Botticelli, particolare]

Sette di Bastoni Rider Waite, analisi simbolica

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 Il Sette di Bastoni è portatore di un’energia di fuoco, che trova la sua attuazione nella lotta; ma mentre nel Cinque, che lo precede, la lotta è in pieno svolgimento fra differenti contendenti in una situazione di apparente parità, qui vi è un solo sfidante. La scena è diurna, con nello sfondo, un rassicurante e ceruleo cielo completamente sgombro di nubi. Vi è un dinamismo intrinseco complessivo portato dall’elemento Fuoco. Questa giovane figura maschile esprime tutta la tensione e (forse) la fatica della lotta, eppure il corpo resiste con forza oppositiva e con vigore, poggiando saldamente i piedi al suolo. L’altura sulla quale si svolge la scena ha un terreno che potrebbe risultare franoso (si notino le rocce in basso, a sinistra) o scivoloso (la presenza di un acquitrino) e i sei bastoni che circondano il giovane potrebbero essere minacciosi o addirittura pronti all’attacco. La posizione del giovane combattente appare a prima vista non esente da rischi. Egli sta avendo la p

Anāhitā

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Anāhitā è il nome di una divinità femminile persiana. [Immagine: idolo Anāhitā. Dal web]. La tratteggerò appena, in un sussurro e in un soffio, poiché quando ci si avvicina al sacro e si sfiora l’imponderabile, il numinoso potrebbe (dovrebbe) travolgere e inghiottire. Dea antica, è associata all’acqua dei fiumi, dei laghi e all’acqua amniotica della gestazione e della nascita. Racchiude, essendone portatrice, sia l’aspetto della fecondia che quello della distruzione in quanto divinità (anche) guerriera. Il nome Anāhitā significa “Immacolata” ed ella è annoverata fra le dee vergini; vergine nell’accezione del bastare a sé stessa e dell’essere svincolata da qualsiasi forma di potere subìto. Scrive l’analista junghiana J.S. Bolen: “L’aspetto della dea vergine è pura essenza di ciò che la donna è e di ciò a cui attribuisce valore: un aspetto che rimane intatto e incontaminato”.

Sette di Coppe, breve riflessione

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“Non tutte le strade sono un percorso”. La citazione, tratta da una canzone di Niccolò Fabi, si adatta molto bene a questa carta, il Sette di Coppe, un Arcano Minore le cui qualità principali sono tentazione e dispersione, brama e desiderio. Quando si è distratti (dal vero sé) e affascinati da una molteplicità di eventi, situazioni o persone, ne consegue, oltre a confusione e incertezza, un allontanamento dal vero. Una sorta di deviazione dal proprio sentiero, uno smarrimento a causa del quale si azzera la capacità di discernimento e di scelta di fronte a svariate opzioni. Qual è la differenza fra brama e desiderio? Se desiderare è atto sublime, slancio vitale contenente intrinseca creatività, bramare è volere imperioso, ad ogni costo, che potrebbe tradursi in appropriazione indebita. La brama è assimilabile ad un esercizio di volontà, ad una sorta di eccesso in tal senso. Il campo del desiderio ha sede nel cuore, in purezza, non conosce possesso: ciò che è proprio spetta “di

Dieci di Denari, breve riflessione

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L’ereditarietà, la discendenza, l’appartenenza al clan familiare, il lignaggio, il DNA. Questa carta ha una portata enorme: in positivo sotto forma di doni e talenti, in negativo sotto forma di azioni auto-sabotanti. La forza agente con la quale gli Antenati si esprimono continua a “vivere” attraverso noi, nel medesimo spazio e nel medesimo tempo tracciando il sentire, le scelte e l’identità. La “forza senescente” rappresentata dal barbuto anziano (senex) è in grado di guidare saggiamente l’Io bambino se, e solo se!, viene dato ascolto al proprio autentico Sé. [Immagine: Dieci di Denari, Tarocchi Rider Waite. Il Signore della Ricchezza]

Poetry of the High Priestess

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Nessuna passione scuote il mio Spirito, risiedo nel centro assoluto del cuore Mia è la quiescenza e la capacità di stemperare ogni dolore La verità si coniuga all’intuizione, in attesa del tempo divino di azione A Iside devota, mio è il femminile sacro e animale,  Tramandato da figlia a madre Luce radiante, globo solare Sono varco fra mondi, sono silenzio, sono falce di luna morente Quanto più è quieta, tanto più è potente la mente Il velo si squarci e si chiudano gli occhi, si soffi via la polvere dal sonno eterno degli sciocchi. [Immagine: Alta Sacerdotessa o Papessa, attorniata da Rune. Pinterest]

Due di Bastoni Rider Waite, analisi simbolica

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 Il Due di Bastoni è portatore di un’energia di fuoco che si dispiega quale naturale evoluzione dell’Asso di Bastoni che appartiene al medesimo seme e che lo precede. È un proprio personale sentire, una individuale verità in via di formazione che balena appena alla coscienza e dalla quale coscienza, dovrà essere interiorizzata. Il guardare altrove diventa una necessità quando la realtà conosciuta fino al momento presente inizia a non bastare più: la si conosce fin troppo bene, scaduta in un’ordinarietà abitudinaria del vivere quotidiano; ecco allora che il desiderio di fare nuove scoperte è sintomatico di una profonda esigenza di rinnovamento. Desiderio vissuto come mancanza quasi nostalgica di un nuovo corso, non tanto incedente bensì dormiente e che, presumibilmente, attende di essere scoperto. Questa è una carta che invita alla scoperta e, in senso più ampio, al viaggio; fisico e metafisico purché pionieristico e coraggioso. Il Due di Bastoni è chiamato Il Signore del D