L’Io e la Forza

Io sono stata/o. Io sono. Io sarò.
Perché questo IO e’ indissolubile da ME, abita la mia carne, cammina la mia vita.
L’io unito a me diventa MIO, traccia un confine, delinea un’individualità.
Un io distinto dalla moltitudine di tutti gli altri io.
Io può essere, di volta in volta, un compagno fedele o un nemico agguerrito.
Puo’ essere amore imperituro che degenera in nevrosi per poi arrivare ad una ripristinata riconciliazione.
Puo’ essere dilaniante conflitto interiore e totalizzante vanità.
Può essere altresì manifestazione di me nel mondo, habitat di talenti, dono per il prossimo, squisita completezza (la fanciulla nell’immagine).
Nel corso dell’esistenza si sperimentano le sue variegate declinazioni che sfumano una nell’altra, susseguendosi all’infinito (cappello simbolico) in un gioco di “FORZA”, tra squilibri e ricalibrature continui.
Ecco che allora l’io non va domato, non è bestia feroce da addomesticare o bieca istintualità (leone) da condurre amorevolmente.
È pregnante elemento da integrare, di livello in livello, un saliscendi tra spirito, mente e corpo.
Nessuna separazione (linea orizzontale del collo che divide la TESTA dal CUORE).

[Immagine: la Forza, dal mio mazzo Marsiglia-Jodorowskj]


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