Lo Spirito del Toro



Lo Spirito del Toro abita la Primavera nella sua fase di consolidata pienezza e accompagna il fulgore delle fioriture e delle brezze leggere. Accompagna il giovane sole primaverile, che garantisce il giusto grado di calore al terreno consentendo ai germogli e ai virgulti di cedere via via il passo a sbocci multicolore e ad  inimitabili profumi. Maggio è il mese della dolce compiutezza ed è il mese dedicato a Maria, madre cristiana, è il tempo di celebrare l’unione fra il Dio e la Dea nella festa pagana di Beltane. È dunque il tempo  dell’amore. Questo Spirito è, forse, quello maggiormente calato nella “terrestritá”, nella dimensione dei cinque sensi e invita a fare esperienza del corpo in modo diretto e gioioso; godimento e appagamento non sono altro che esaltazione e valorizzazione della grande festa che è la vita. Il corpo è vissuto come una ridente tattiloteca e diventa perciò uno strumento di apprendimento, d’amore e di nutrimento.

Lo Spirito ha preso dimora nella terra, di ciclo annuale in ciclo annuale, sancendo il ripetersi di tradizioni perlopiù familiari che, fedelmente onorate, concorrono al sentirsi parte di un clan e consentono l’appartenenza ad una comunità. E ciò fa del Toro il custode e il guardiano delle tradizioni, osservate con rispetto e dedizione affinché restino immutate nel tempo. Al Toro appartiene la terra e spesso la coltiva, lentamente ma in modo operoso e costante e, poiché se ne sente figlio, se ne prende cura creando una relazione di profonda bellezza e imperituro amore. L’archetipo della Madre Terra gravida o della Pachamama andina è il modello di divinità femminile associabile al segno e alla stagione.

Il Toro si colloca nella seconda “postazione” zodiacale, immediatamente dopo l’Ariete ed essendo lo Zodiaco perfettamente circolare, va da sé che non vi siano primati o supremazie fra i segni e che sia associata al Toro la seconda casa, o campo, astrologico. Nell’illustrare brevemente i significati attribuiti a questo settore mi rifarò all’astrologia classica, che descrive la seconda casa genericamente come quella del possesso: in senso finanziario, come ciò che si acquisisce grazie al proprio lavoro e, di riflesso, al rapporto che si ha con i propri beni materiali; in senso più ampio, oltre la materia, il possesso si estenderà (ahimè) alle persone, percepite non più come soggetti bensì come oggetti. L’astrologia nel suo metodo, o perlomeno approccio, evoluzionistico presenta elementi pedagogici e fa risalire ad una determinata fase della crescita dell’individuo la seconda casa e i valori che esprime; tale fase è quella della riappropriazione (Toro) della madre, che segue quella dell’individualità (Ariete) che il neonato ha quando si percepisce come essere unico e scisso dalla madre, mentre si fa risalire alla fase prenatale (Pesci) l’idilliaco rapporto di tutt’uno con la madre. Il domicilio del pianeta Venere e l’esaltazione della Luna, che governano il segno, donano al Toro un’impronta energetica femminile; mentre i maschili Marte e Urano vi si trovano in esilio e non riescono ad esprimere rispettivamente impeto e velocità, tratti decisamente incompatibili con la fissità del segno.

Nei Tarocchi Rider Waite si colgono diversi riferimenti iconografici e simbolici al segno del Toro. Inizio citando l’Arcano Maggiore dell’Imperatrice nella sua veste di Dea della Primavera, colei che fa maturare le spighe e che fa scorrere, solo con la sua morbida presenza, “chiare, fresche et dolci acque” (Petrarca, Canzoniere); assisa su di un solido trono di pietra che porta l’egida del pianeta Venere, colora il segno di molle edonismo, di creatività artistica e di voce suadente portata al canto: al Toro è attribuita la gola come parte anatomica, le tonsille e il collo in generale; in questa parte del corpo ha sede il quinto chakra Viśuddhacakra, di tradizione induista e colore blu. Nella serie degli Arcani Minori Rider Waite i denari sono chiamati pentacoli poiché assumono tutta la caratura magica tipica del Tarocco anglosassone e trovano la loro massima espressione ed espansione energetica nel figura del Re. Il Re di Denari indica perdipiù una persona precisa interiormente o esteriormente matura e capace di grande e meticoloso impegno, volto alla costruzione della propria sicurezza materiale o di quella del clan di appartenenza. È dotato di concretezza e può appartenere ad uno dei segni solari di Terra come Toro, Vergine o Capricorno. In qualità di sovrano detiene un trono, che gli spetta per diritto di nascita e sul quale siede in assorta contemplazione dell’oro del pentacolo e dello scettro impugnati. Oro è quello interiore della consapevolezza del proprio io e dei propri talenti, simboleggiato dal colore di sfondo della carta. In presenza del Re ogni cosa prospera e fruttifica (la ricca veste e l’abbondanza vegetativa) per rimanere nel tempo (il castello alle sue spalle).

Lo scranno è decorato con quattro teste di Toro, poiché quattro è il numero della materia secondo la scuola pitagorica. Si ritorna infine agli Arcani Maggiori, dove l’animale Toro in qualità di segno fisso dello zodiaco trova spazio nel Mondo, posizionandosi in uno dei quattro angoli della carta, appena fuori la ghirlanda a forma di mandorla entro la quale danza nuda la fanciulla.


[Immagini: Pinterest]




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