Lo Spirito del Leone




Il vento infuocato dell’ultima settimana di luglio porta con sé lo Spirito del Leone che regna sovrano, è proprio il caso di dirlo, per un mese circa, il “suo”, quello di agosto. Arriva graffiando con impeto e potenza in tutto il suo fuoco elementale e stagionale. La porzione dello Zodiaco occupata dal Leone corrisponde alla fase di culmine dell’estate: le energie tipiche della stagione “si fissano” nella calura canicolare dove ogni cosa, in Natura, pare addormentarsi sotto un velo di fuoco. È la stagione del frutto: il verde brillante della vegetazione brucia, ingiallendo, e i campi di grano, oro riverberante, sono pronti per le varie operazioni di mietitura e di raccolto; il mais cresce alzandosi velocemente al cielo e la terra, la Madre Sacra arde, si secca e si spacca. I frutti, giunti a maturazione, si donano ricchi di zuccheri e d’acqua ed è in questo “quando” che il Leone viene al mondo. Vorrei iniziare la descrizione del segno con l’analisi dell’Arcano Maggiore dei Tarocchi la Forza, il cui numero è l’otto o l’undici a seconda dei mazzi; nello specifico faccio riferimento al Rider Waite (Smith). L’immagine della Forza comprende due soggetti, il leone e la fanciulla, in primo piano ed apparentemente antitetici ed estranei l’uno all’altra. Vi è dunque un leone, sì domato e docile,ma non sottomesso né tantomeno arreso e, perciò, pronto a sfoderare di nuovo artigli e bestialità qualora servisse; vi è, poi, la fanciulla che tanto dolcemente quanto con fermezza richiude le temibili fauci feline, con la quieta attitudine di chi è conscio di sé, del proprio valore e del proprio saper fare. Chi, fra i due, è veramente il più forte? La scena in cui si muove l’immagine ha un’atmosfera intrisa di colore giallo, l’oro solare, quello dell’Io che risiede nel terzo chakra chiamato Manipūra. Quanto è imprescindibile, per vivere bene e per far stare bene chi ci vive o ci lavora accanto o coloro con cui si entra in una qualsivoglia interazione, un “io” integro ed equilibrato? Un io consapevole e in grado, in un eterno ed infinito saliscendi, di stare tanto nella “terrestrità” quanto nella spiritualità? Solo in questa condizione ogni cosa, in ogni dimensione, può attecchire e germogliare, fecondare o essere fecondata. Nessuna lotta né separazione alcuna, allora, ci sarà fra mente e cuore, come allude alla fanciulla, simbolicamente decapitata da una linea netta sul collo, A. Jodorowsky nei suoi Arcani Maggiori. Linea che pone simbolicamente in divisione la ragione dal sentimento. Quando si scrive del Leone, non si può evitare di entrare nella territorialità dell’io, dato che il Leone è personalità, è ego: un ego consapevole nel migliore dei casi e tronfio, se non crudelmente despota nel peggiore... ma va anche bene così, qualcuno deve pur fare il lavoro sporco, anche nello Zodiaco, prendendosi cotanta ingrata responsabilità. Il Leone, come il Sole che lo governa (o semplicemente lo illumina) si pone al centro della vita, delle situazioni e delle relazioni divenendone il fulcro, la luce in analogia al già citato chakra del plesso solare posizionato al centro del corpo fisico. Il sol-leone è emblema di successo e riuscita, di capacità creativa, riproduttiva e di guarigione. Per J. Hillmann il Sole è assimilabile all’animus, il principio maschile tutto azione e volontà che è sia spirito che ragione, è il noùs filosofico, l’intelletto. Come parte del corpo, al Leone è assegnato il cuore e tutto il sistema vascolare e circolatorio: l’elemento fuoco del segno lo predispone a vari tipi di infiammazione e la tendenza a sviluppare la febbre, molto spesso in tenera età; lo stomaco può bruciare come il sole ad agosto e i sali minerali possono disperdersi per eccessiva sudorazione; frequenti sono i crampi muscolari. La forza vitale apportata dal Sole, tuttavia, costituisce una notevole scorta energetica e di recupero sia fisica che psicologica, una preziosissima riserva. Mi piace sottolineare che lo Spirito del Leone porta con sé una regalità intrinseca la quale, più nella sostanza che nella forma, si distingue come tratto dello Spirito che, come la Forza di cui sopra, ne è virtù e pilastro. Essa si manifesta nella lealtà e nella fedeltà coerenti verso sé stessi e verso il prossimo, nella fede e nel coraggio (il cosiddetto “cuor di leone”), nell’integrità e nella signorilità. Magnificenza, quella del Leone, che va o dovrebbe andare oltre l’appartenenza ad un determinato, perlopiù elevato, ceto sociale. La grandiosità al suo massimo grado non può che essere una virtù dello Spirito, nulla di diverso, altrimenti come potrebbe, essa, calarsi in un contesto sociale senza generare (degenerare in) una divisione fra classi? Nell’epoca attuale, in cui si propugna l’inclusività come unico passe-partout di vera uguaglianza, come può l’esclusività avere ancora un valore? In un’ottica evoluzionista allora la sovranità del Leone passerà dal potere assoggettante all’auto-determinazione e, guardando nell’opposta direzione del segno dell’Aquario, dal predominio dell’uno alla libertà per tutti. Cedendo così, di tanto in tanto, il ruolo di protagonista con cui cavalca l’esistenza, vista come poema dai canoni epici e cavallereschi.

[Immagini: Pinterest]




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