Lo Spirito del Sagittario






Lo Spirito del Sagittario è la luce che irrompe e trionfa sul buio del segno che lo precede, lo Scorpione. Se lo Scorpione è tenebra, morsa gelida della morte, il Sagittario è fuoco vivificante della ripresa alla vita, della sua salvaguardia e continuità. È lo stesso fuoco che, squarciando l’oscurità, negli atavici tempi ha protetto l’essere umano dalle bestie feroci e dai nemici; lo stesso, salvifico, che nelle fiabe ha indicato la via d’uscita da intricate selve o burrascosi mari. È un Fuoco fatto di puro spirito, anelito sacro e fervore intellettuale che si infiamma di ispirazione; è il fuoco caldo e confortante del focolare domestico, che arde stabile e pacato in eterno e che di tanto in tanto divampa senza mai degenerare o spegnersi. Proprio per questo il Sagittario occupa l’ultima porzione dell’Autunno, caratterizzato dai primi freddi e dalla maggiore oscurità dell’anno solare: lui, il portatore della Fiaccola, invita a resistere porgendo il proprio fuoco spirituale affinché si accenda interiormente in ciascuno. Aldilà di ogni frastuono attorno, di ogni tipo di caos politico e sociale che imperversa di volta in volta, era dopo era, nel mondo. 


Si dice che sia per metà uomo e per metà cavallo, mitologico centauro dotato di “terrestrità” o di “spiritualità” a seconda del punto di evoluzione in cui si trova. Personalmente questa di-visione non mi trova molto d’accordo: io vedo un impasto, un amalgama fra le parti comode e scomode dell’umana natura, una partnership primigenia fra sé e sé. Come negli Arcani Maggiori: il Carro e colui che lo conduce sono un’unità indissolubile. Nelle saghe e nelle leggende gli eroi cavalcano da sempre, sia in tempi di guerra che di pace e il cavallo è un compagno fedele, ma mai completamente addomesticato. Vi è un elemento che sfugge all’assoggettamento ed è quello del sacro: nei miti, il cavallo è lo psicopompo viaggiatore fra i mondi che trasporta le anime dei defunti nell’aldilà. Ed è, inoltre, curiosamente legato al mare le cui onde spumose, che si rincorrono a pelo d’acqua, sono dette cavalloni. 


Il Sagittario è munito di frecce e faretra, non tanto per scontro o difesa, bensì per spianarsi la strada: la freccia scoccata traccia una distanza da percorrere, un cammino da intraprendere o un viaggio. Ed è il viaggio una delle tematiche principali del segno, l’esplorazione come approccio ad una conoscenza che si aprirà in larghe, cosmopolite vedute di pensiero (Giove in domicilio diurno). Una conoscenza “filosofa”, mobile e inquieta, che incanala ideali (o idealizzazioni) dei concetti di libertà, di ribellione e di indipendenza. Questa inquietudine sarà poi il carburante via via per nuove partenze… La metafora del viaggio opera, interiormente traslata, nel viaggio che compie lo sciamano, outsider per eccellenza che, nello stato di trance, comunica con gli spiriti senza mai, tuttavia, farsene impossessare. Perché come guerriero dello spirito, lo sciamano non nutre demoni ma resta centrato nella sua integrità o nella sua “follia”. Che sia nei luoghi più remoti o inaccessibili del pianeta o nelle più recondite regioni degli infiniti mondi, poco importa, la realtà del Sagittario è non-ordinaria, non limitata né tantomeno limitante. Questo Spirito abita la nona casa che, nell’astrologia classica, è associata all’emisfero destro del cervello, sede dell’: “intuito e le sue applicazioni, con quelle funzioni cerebrali che si attivano quando dobbiamo creare, inventare… cose che non sappiamo. Tali funzioni sono ben allenate negli inventori, nei diagnosti, negli astrologi, negli artisti, nei poeti, ed in quanti ragionano più per analogia che per logica.” (M. Frisari).


I bambini e le bambine appartenenti al segno si avvicinano alla vita con generale fiducia e ottimismo; hanno una sana vivacità e curiosità intellettuale. Fisicamente sono agili, dalle gambe lunghe e, se Marte è nel Sagittario alla nascita, sono dotati di una buona muscolatura. Possono peccare d’impazienza perché sopportano poco la noia e vi si oppongono con azioni audaci e temerarie. Riconoscono, o vorrebbero riconoscere, nell’adulto una guida sicura, da ammirare e al quale affidarsi, un maestro che ispira sul “cosa voglio fare da grande”. La responsabilità verso questi bambini, custodi della fiamma del sapere, è enorme: vanno educati, non sottomessi affinché la loro luce non si spenga. Importante, per loro, è la socializzazione e la calorosa condivisione affettiva. 


[Immagini: Pinterest]





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