Lo Spirito dell’Ariete

    
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L’Ariete è il principio, la scintilla, l’impulso; è il fuoco originario della creatività e della creazione, la primavera dopo il lungo sonno invernale, il movimento della vita che avvia un nuovo ciclo delle stagioni. L’Ariete, il primo dei dodici segni zodiacali, può essere designato come un’energia, o meglio, un’essenza; ma si può anche concepire come un archetipo che dimora nelle profondità della psiche e, in qualità di essenza, secondo una prospettiva che si può definire “medianica” è infine uno spirito.

Lo spirito dell’Ariete dimora, a volte, fra le nebbie di una vetta di montagna, eludendo le rocce a capo chino con gli occhi rossi di rabbia e pronto all’attacco; in preda unicamente all’influenza del dio/pianeta Marte, che trova in questo segno il suo “domicilio diurno” e perciò, alquanto impetuosamente, lo governa.

Altre volte lo spirito dell’Ariete è maggiormente quieto, ha temperato le energie marziane o le ha incanalate verso un obiettivo di evoluzione; porzione di firmamento, sembra fatto di polvere di stelle e, come essenza/Sole, si esprime felicemente per ciò che è: esaltazione di sé stesso. Ecco che allora l’Ariete, da nemico spietato e strategico si tramuta nel più fidato e leale alleato.


L’Ariete è “un” capo e ciò fa riferimento alla sua naturale tendenza alla leadership, ed è “il” capo, inteso come testa, parte del corpo presidiata dal segno: non a caso il suo simbolo, o glifo, ne raffigura le estremità cornute. Inoltre, graficamente stilizzato, ricorda l’apparato riproduttivo femminile in un ovvio richiamo alla caratteristica “equinoziale” di rinascita del segno. È poi il capro espiatorio, l’agnello che si immolava in sacrificio al dio cristiano o, come fuoco celeste e purificatore, costituiva l’offerta agli dei nei più antichi riti pagani.


Il mito greco legato a questo segno zodiacale è quello degli Argonauti, un gruppo di eroi guidati da Giasone via mare, sulla solida nave Argo che, costruita con i consigli della dea Atena, li avrebbe condotti nel territorio della Colchide. Qui si trovava il vello d’oro, un manto di ariete dotato sia di straordinarie proprietà taumaturgiche, sia del potere di risanare ogni ferita. In origine il vello apparteneva ad un montone magico, in grado di volare, che giunse in Colchide cavalcato da Frisso; l’animale venne in seguito immolato e il suo manto d’oro venne affidato alla custodia di un drago guardiano…


Il bambino e la bambina appartenenti a questo segno saranno tendenzialmente sensibili e reattivi verso tutte le tematiche che sfiorano il loro “io”: la componente egocentrica è molto forte e spinge all’auto-realizzazione o alla conquista fin dai primi anni di vita. Se mortificati, tendono a portarsi a lungo nel tempo questo tipo di ferita; sono bambini/e che vanno “contenuti” senza, tuttavia, essere privati della libertà e che vanno condotti al ragionamento. L’uso della testa, potenzialmente, impedisce di cadere preda dei più ciechi istinti e porta a sviluppare pazienza e perseveranza, a dirigere questo “tanto fuoco” altrove, evitando di bruciare di rabbia o frustrazione.



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